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IL MISTERO DI LEONIDA IL PAZZO 
e i Malatesta di Sogliano e San Giovanni in Galilea

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Si dice che una sera all’ora di vespro andò in chiesa in camicia e, presa una berretta da prete in capo, con un messale aperto tra le mani, volto al popolo fingeva leggere voltando di quando in quando le pagine. Grande fu lo spavento della gente che ivi si trovava assistente ai divini uffizi. L’arciprete prima colle preghiere che a nulla giovarono, poi colla forza e col soccorso di robusti contadini lo presero e lo condussero a casa, dove fu con violenza serrato. Morì demente nel 1600 – 11 aprile. Nel Museo di San Giovanni conservasi un teschio umano che dicesi appartenere appunto a questo Leonida. Nel cranio sopra la fronte si vede una cicatrice che è già quasi rimarginata. Doveva però essere molto profonda e da toccare il cervello. La figura di Leonida (1562-1600), figlio di Cornelio Malatesta signore di Sogliano, è quasi completamente in ombra. Di lui, la storia ha tramandato quasi esclusivamente la sua pazzia e la leggenda un cranio conservato in un museo romagnolo, quello di San Giovanni in Galilea. Recenti studi storiografici, archivistici e paleopatologici hanno finalmente permesso di fare luce su questa vicenda.

​Ricerca e studi a cura di Andrea Antonioli, Alessandra Peroni, Francesco Maria Galassi
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Corriere Rimini (27.11.2024)

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Corriere Romagna (3.07.2024)

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Foto con sindaco e assessori di Borghi

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Resto del Carlino 04/07/24

Un volume sul mistero di Leonida il Pazzo / Rubicone / Home - Corriere Cesenate

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Svelati i segreti del cranio umano esposto al Museo Renzi: gli studi fanno luce sulla misteriosa vicenda (cesenatoday.it)

Quando la Scienza viene in soccorso alla Storia, quest'ultima si fa davvero affascinante! È il caso di Leonida Malatesta (1562-1600) che ha visto il coinvolgimento di storici, medici e scienziati per far luce su un caso accaduto secoli fa. Tutto è partito nel 2017 quando l'allora Direttore del Museo e Biblioteca Renzi il Dott. Cav. Andrea Antonioli, archeologo e saggista vincitore di numerosi riconoscimenti e premi letterari, condusse studi e ricerche che attribuivano il teschio custodito in Museo a questo Leonida. Il corpo, però, non fu mai ritrovato e il reperto aveva indotto alcuni studiosi del passato a credere che la cospicua lesione a carico dell’osso frontale potesse essere la causa prima della malattia psichiatrica di Leonida, detto “il Pazzo” in alcuni testi storici. ​
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Antonioli chiamò quindi una équipe di esperti che condussero studi scientifici e d'Archivio, per cui fu organizzato un convegno al Museo Renzi nel dicembre 2019 per rendere noti i primi risultati. Le ricerche sono proseguite in questi ultimi anni. Andrea Antonioli (attualmente Presidente del Centro Studi Olim Flaminia) ha condotto approfondite ricerche sui Malatesta di Sogliano e San Giovanni con Alessandra Peroni (Università di Bologna) che ha effettuato una strenua ricerca archivistica, recuperando dati importantissimi sulla vita di Leonida. Inoltre sono giunti i risultati definitivi delle ricerche condotte sul teschio dal celebre paleopatologo Prof. Francesco Maria Galassi (Università di Lodz, Polonia), dal Dott. Cicero Moraes (artista forense brasiliano autore di pregevoli ricostruzioni di personaggi storici) e dalla Dott.ssa Elena Varotto (Flinders University, Australia). Il lavoro si è basato su immagini TAC ottenute nel corso dello studio del reperto, già oggetto tra 2017 e 2018 di un primo studio preliminare da parte di Galassi, quando era ricercatore presso l’Università di Zurigo in Svizzera. 
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In tal modo abbiamo indagato un caso risalente a 500 anni fa i cui risultati sono confluiti nel volume edito dalla Bookstone Lobri di Rimini. La nuova ricostruzione ha dunque chiuso il cerchio degli studi su Leonida e sul cranio a lui attribuito. Al progetto hanno partecipato anche il Dott. Stefano De Carolis (Direttore Scuola di Storia della Medicina dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Rimini), la Prof.ssa. Elisa Tosi Brandi (Università di Bologna), Marcello Cartoceti (adArte Rimini) e Lorenzo Rossi.  
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